19 novembre 2012

Pianificazione fiscale internazionale e norme antielusive

di lettura

I contribuenti sono liberi, nell’esercizio della loro autonomia negoziale e d’impresa, di seguire tra più alternative possibili quella che conduce ad un maggior risparmio di imposta.

La trattazione che segue analizza:

  • una selezione di norme specifiche presenti nell’ordinamento al fine di contrastare il fenomeno dell’elusione fiscale internazionale
  • l’art. 37-bis del d.P.R. n. 600/1973, c.d. clausola generale antielusiva
  • l’evoluzione giurisprudenziale in tema di “abuso del diritto”.

Lecito risparmio di imposta

È bene premettere che la scelta della via fiscalmente meno onerosa non è vietata a priori: laddove si trascurasse questo profilo, qualsiasi forma di pianificazione fiscale sconfinerebbe in fenomeni elusivi.

I contribuenti sono dunque liberi, nell’esercizio della loro autonomia negoziale e d’impresa, di seguire tra più alternative possibili quella che conduce ad un maggior risparmio di imposta. In caso contrario, come affermato di recente dalla Corte di Cassazione, si assisterebbe ad una invasione di campo nella libertà d’impresa.

Il diritto del contribuente a scegliere la forma degli affari che consenta di limitare gli oneri fiscali è riconosciuto e garantito non solo a livello interno, ma anche a livello europeo. La Corte di Giustizia della Comunità Europea, nella famosa sentenza Cadbury Schweppes, ha affermato che la ricerca del risparmio fiscale mediante l’insediamento di strutture societarie in Stati membri che adottano un regime tributario favorevole, non costituisce di per sé comportamento censurabile.

Norme antielusive specifiche

È di tutta evidenza che l’elusione costituisce qualcosa che va ben oltre il lecito risparmio di imposta. Essa infatti consiste nell’utilizzare le pieghe del sistema fiscale al fine esclusivo di “pagare meno tasse”. Proprio per questa sua caratteristica, il fenomeno elusivo, rispetto a quello evasivo, costituisce una forma ancora più subdola e sofisticata di sottrazione al dovere di contribuzione alle spese pubbliche.

A partire dagli anni Novanta, gli interventi di contrasto all’elusione a livello internazionale si sono intensificati in maniera evidente: numerose le norme adottate dal legislatore italiano con specifiche finalità antielusive.

Senza pretesa di esaustività e circoscrivendo la ricognizione al reddito di impresa - escludendo, quindi, la dimensione della “persona fisica” e non affrontando il tema delle operazioni straordinarie (fusioni, scissioni, etc..) - si ricorda che antielusiva è la c.d. legislazione CFC (Controlled Foreign Companies), che disciplina la tassazione degli utili derivanti dalla partecipazione in società estere controllate, con sede in Stati o territori a fiscalità privilegiata.

Per effetto dell’articolo 167 del d.P.R. n. 917/1986, il Testo Unico delle Imposte sui redditi (TUIR), i redditi conseguiti dal soggetto estero partecipato sono imputati ai soggetti residenti in proporzione alle partecipazioni da essi detenute.

Antielusiva è la disposizione di cui all’art. 110, comma 10, del TUIR, la quale impedisce la deduzione delle spese e degli altri componenti negativi derivanti da operazioni intercorse tra imprese residenti ed imprese domiciliate fiscalmente in Stati o territori non appartenenti all’Unione Europea aventi regimi fiscali privilegiati.

Al contribuente è data la possibilità di fornire la prova dell’effettività e genuinità della presenza della società estera attraverso lo strumento dell’interpello che consente di disapplicare la norma antielusiva.

Sempre all’art. 110 del TUIR è contenuta anche la disciplina del c.d. transfer pricing, per cui i componenti del reddito derivanti da operazioni con società non residenti nel territorio dello Stato, che direttamente o indirettamente controllano l’impresa, ne sono controllate o sono controllate dalla stessa società che controlla l’impresa, sono valutati in base al valore normale, anziché al valore del corrispettivo effettivamente convenuto.

Di recente introduzione sono le norme di contrasto ai fenomeni di esterovestizione (art. 73 del TUIR),  per le quali si considerano residenti in Italia, salvo prova contraria, gli enti che detengono partecipazioni di controllo in società residenti (o enti commerciali) soggetti all'IRES e che, alternativamente, siano controllate, anche indirettamente, da soggetti a loro volta residenti in Italia, ovvero siano amministrate da un consiglio di amministrazione composto in prevalenza da consiglieri residenti in Italia.

Il TUIR contiene anche limiti all’applicazione della c.d. esclusione dei dividendi dalla base imponibile. Ed infatti lo stesso art. 89 che consente, in caso di partecipazioni infrasocietarie, la esclusione di dividendi in capo alla società “madre” nella misura del 95%, prevede al contempo la tassazione integrale qualora gli utili siano distribuiti da società “figlie” residenti in paradisi fiscali.

Simmetricamente, esistono vincoli che guardano a localizzazioni “sospette” ai fini del regime di esenzione concesso, al sussistere di determinate condizioni, alle plusvalenze da cessione di partecipazioni.

Art. 37-bis e clausola generale antielusiva

Oltre alle norme sopra citate, la funzione di contrasto all’elusione è affidata all’articolo 37-bis del d.P.R. n. 600/1973, in base al quale un’operazione può definirsi elusiva quando sussistono tre condizioni:

  1. il vantaggio fiscale, costituito dall’ottenimento di rimborsi o riduzioni di imposte, è indebito
  2. vi è aggiramento di obblighi o divieti previsti dall’ordinamento tributario
  3. il soggetto ha agito in assenza di valide ragioni economiche.

Quanto all’ultima delle tre condizioni, su cui principalmente l’Amministrazione finanziaria italiana si concentra, essa sostanzialmente impone che il fine fiscale, o meglio del risparmio fiscale, non sia essenziale; in altre parole, che l’operazione sarebbe stata compiuta anche in assenza di vantaggi fiscali.

Accanto a questa norma scritta, in materia antielusiva, è da annoverarsi una clausola non scritta: l’abuso del diritto, il cui fondamento risiederebbe nel principio costituzionale di capacità contributiva (art. 53 Cost.).

L’evoluzione descritta mostra come l’elusione sia una figura tuttora in divenire. Esiste, tuttavia, un elemento comune agli interventi della Corte di Cassazione prima, del legislatore poi: la tendenza ad eliminare l’approccio eccessivamente analitico-settoriale che per molti anni ha caratterizzato la disciplina dell’elusione fiscale internazionale. L’evoluzione è peraltro ancora in atto, si attendono i prossimi passi (anche sull’abuso del diritto) nell’ambito della revisione del sistema fiscale.

Giovanna Costa

Dottore Commercialista, docente di Fiscalità internazionale nell’Executive Master per l'Internazionalizzazione d'Impresa NIBI

 

Tag dell'informativa

Fiscalità
Sistema fiscale cinese: panoramica per gli esportatori italiani
28 settembre 2023 Sistema fiscale cinese: panoramica per gli esportatori italiani
Come affrontare le questioni fiscali legate all'importazione ed esportazione con la Cina?
Problematiche applicative nelle operazioni triangolari
31 maggio 2023 Problematiche applicative nelle operazioni triangolari
Il processo di internazionalizzazione vede spesso le imprese italiane coinvolte in operazioni a cui partecipano più soggetti, sia comunitari che extracomunitari. Nelle cessioni di beni, tali operazioni possono assumere la veste di operazioni triangolari.
Prova delle cessioni intracomunitarie: regole comunitarie e chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate
28 aprile 2023 Prova delle cessioni intracomunitarie: regole comunitarie e chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate
A tre anni dall’entrata in vigore del Regolamento Europeo 1912/2018, che ha introdotto delle presunzioni a favore del contribuente per dimostrare la fuoriuscita dei beni dal territorio nazionale e per semplificare la normativa in attesa della riforma dell’Iva, analizziamo l’impatto che ha avuto la norma.
Deposito Iva: i vantaggi per le imprese
21 luglio 2022 Deposito Iva: i vantaggi per le imprese
I depositi Iva consentono di differire da un punto di vista finanziario il pagamento dell’Iva, attesa la distanza temporale tra il momento dell’operazione doganale e quello della vendita dei beni.
Stabile organizzazione ai fini Iva
21 aprile 2022 Stabile organizzazione ai fini Iva
La stabile organizzazione è una elaborazione del diritto tributario, svincolata da altri istituti di matrice civilistica, caratterizzata da molte incertezze ascrivibili soprattutto alla scelta del legislatore unionale di non introdurre una sua puntuale definizione.
Emirati Arabi Uniti: nuova imposta sul reddito delle società
8 febbraio 2022 Emirati Arabi Uniti: nuova imposta sul reddito delle società
Il 31 gennaio 2022 il Ministero delle Finanze degli Emirati Arabi Uniti ha annunciato che verrà istituito un regime fiscale federale per le imprese. Entro breve verrà emessa una legge federale che disciplinerà l'imposta sulle società (Corporate Tax Law).
Iva all’importazione non detraibile per i soggetti non proprietari dei beni
22 novembre 2021 Iva all’importazione non detraibile per i soggetti non proprietari dei beni
Novità per perfezionamenti e lavorazioni a seguito della recente giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Ue (causa c-621/19).
Riforma accise, plastic tax, CBAM: dal 2022 inizia la tassazione ambientale
2 novembre 2021 Riforma accise, plastic tax, CBAM: dal 2022 inizia la tassazione ambientale
Il futuro della tassazione indiretta è sempre più orientato verso l’applicazione di meccanismi premiali per i beni poco inquinanti e, di contro, per l’imposizione di meccanismi disincentivanti fondati sulla leva fiscale.
Rimborso IVA UE
13 settembre 2021 Procedura di Rimborso Iva Ue
Per chiedere a un altro Stato comunitario il rimborso dell’Iva pagata sugli acquisti di beni e servizi effettuati nel 2020 nell’esercizio di attività economica, il contribuente italiano deve presentare domanda di rimborso, entro il 30 settembre, all’Agenzia delle Entrate.
Operazioni da e verso San Marino: approvate regole per emissione fattura elettronica
26 agosto 2021 Operazioni da e verso San Marino: approvate regole per emissione fattura elettronica
Il DM 21 giugno 2021 (in Gazzetta Ufficiale 15 luglio 2021, n. 168), da attuazione alle disposizioni dell'articolo 12 del decreto-legge n.