15 maggio 2020

Previsioni Ocse sugli Ide: 3 scenari

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I flussi degli investimenti diretti esteri crolleranno più del 30% nel 2020 secondo lo scenario più ottimistico (che prevede il controllo della pandemia e il successo degli interventi pubblici per contrastare la recessione economica).

Previsioni Ocse sugli Ide: 3 scenari

Gli investimenti diretti esteri possono avere un ruolo importante nel supportare le economie durante e dopo la crisi attraverso il supporto finanziario e l’assistenza ai governi nel contrastare l’emergenza sanitaria.

I flussi degli investimenti diretti esteri sono in declino da 5 anni e potrebbero rimanere sotto il livello pre-crisi anche nel 2021 se le politiche di contenimento e di sostegno all’economia non produrranno gli effetti sperati.

Nel lungo periodo la pandemia potrebbe spingere le aziende a modificare l’allocazione geografica dei loro investimenti esteri. Per esempio, potrebbero cercare di ridurre le catene di valore globale per prevenire arresti improvvisi delle forniture. Oppure potrebbero diversificare maggiormente gli investimenti  a livello geografico per minimizzare i rischi legati ad emergenze o shock locali e ridurre i costi di gestione delle crisi.

Oltre ai benefici diretti, gli investimenti diretti esteri hanno anche importanti effetti indiretti sulle economie locali. Apportano valore al Paese ospitante in termini di relazioni con buyer e fornitori, maggiori esportazioni, maggior competizione con le aziende locali e formazione della forza lavoro.

Dopo il Coronavirus alcune aziende faranno maggior ricorso alle e-solutions per dematerializzare e automatizzare i processi e all’e-commerce che crea opportunità di ulteriori investimenti.

Anche le politiche di investimento prese dai vari governi possono influenzare positivamente i flussi di Ide o, al contrario, diminuire la fiducia degli investitori (ad esempio tramite nuove norme “aggressive” per preservare gli asset strategici nazionali dall’acquisizione di aziende straniere).

Ci sono altre ragioni per essere più scettici sul ruolo effettivo che potranno avere gli investimenti diretti esteri nel favorire la ripresa. La pandemia arriva dopo 5 anni di calo dei flussi di investimento globali e provoca una generalizzata crisi di liquidità che appesantisce la situazione delle aziende che possono decidere di “abbandonare al loro destino” i presidi di mercato più lontani e di posticipare alcuni investimenti esteri già programmati.

La caduta degli Ide sarà più mercata nei primi 6 mesi del 2020. In seguito, il trend dipenderà dal successo delle misure prese dai governi per combattere la pandemia e rilanciare l’economia.

Previsioni Ocse sui flussi di Ide

1 Scenario ottimistico (•••)

Secondo le proiezioni Ocse, lo scenario più ottimistico prevede per il 2020 una caduta di almeno il 30% dei flussi di investimento esteri (rispetto al 2019) e il ritorno ai livelli pre-crisi alla fine del 2021.  La maggior parte delle acquisizioni e fusioni annunciate verranno condotte a buon fine. I disinvestimenti rimarranno sui livelli storici. In questo scenario il controllo del virus si concluderà entro i prossimi 2 o 3 mesi e le politiche economiche effettivamente riusciranno ad evitare danni strutturali al sistema economico in particolare nei settori più vulnerabili (Pmi, viaggi, turismo, energia).

2 Scenario prudenziale (- - -)

Nel secondo scenario i flussi degli Ide cadono dal 35% al 45% nel 2020 e l’anno successivo recuperano parte del terreno perduto, ma  rimangono sotto del livello pre-crisi di circa un terzo. Le misure sanitarie riusciranno a raggiungere un controllo parziale della diffusione del virus nei prossimi 2 o 3 mesi, ma si riaccenderanno focolai in alcuni Paesi fino a quando non sarà scoperto e somministrato il vaccino presumibilmente a metà 2021. Le misure di sostegno all’economia sono parzialmente efficaci, quindi la ripresa sarà più lenta rispetto al primo scenario. Solo una parte delle acquisizioni annunciate verranno effettivamente realizzate, altre verranno sospese.

3 Scenario pessimistico (—)

I flussi di Ide crollano più del 40% nel 2020 e restano piatti fino alla fine del 2021, poi l’arrivo del vaccino dovrebbe favorire l’effettiva ripresa. Il contrasto al virus si rileva più difficile e il lockdown rimane a lungo in vigore in vari Paesi. Le misure politiche non riescono a proteggere l’economia e i fallimenti sono più numerosi rispetto agli altri 2 scenari. La crisi di liquidità e i cali di fatturato riducono le potenzialità di investimento delle aziende. Solo poche acquisizioni annunciate vanno a buon fine, ma la maggior parte viene cancellata.

Enrico Forzato

Fonte: OECD (EN)

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