2 novembre 2023

GreenItaly 2023

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La green economy e la sostenibilità supportano le imprese nel rispondere alle crisi e migliorano la loro competitività.

GreenItaly 2023

Negli ultimi 5 anni, 510 mila imprese italiane hanno investito nella green economy e nella sostenibilità.

Nell’industria manifatturiera, i comparti della chimica farmaceutica e della gomma e plastica si confermano i più dinamici anche nel quinquennio 2018 - 2022, evidenziando un’incidenza di imprese attive negli investimenti green sulle imprese del comparto superiore al 50% (rispettivamente 58,8% e 53,9%). Presentano performance superiori alla media anche i comparti: alimentare (44,2% eco-investitrici su totale imprese comparto), minerali non metalliferi (43,7%) e cartario e stampa (42,7%).

A livello regionale, nel quinquennio 2018-2022 la Lombardia si afferma come la regione con il maggior numero di imprese eco-investitrici, 88.020 unità, pari al 17,2% del totale nazionale. Si confermano come regioni più attive il Veneto (47.110 imprese eco-investitrici), la Campania (44.530 unità), il Lazio (44.490 unità) e l’Emilia-Romagna (42.520 unità).

Energie rinnovabili

Sul fronte delle rinnovabili il 2023 ha visto una accelerazione nella potenza mondiale che dovrebbe continuare anche nel 2024. L’energia rinnovabile aveva già contribuito nel 2022 al 29,9% della produzione di elettricità mondiale.

In Unione Europea, nel 2022, per la prima volta il solare e l’eolico hanno superato il gas nella generazione di elettricità. Mentre nel maggio 2023, per la prima volta, la produzione solare ed eolica ha consentito di superare il contributo della produzione elettrica da combustibili fossili (petrolio, gas, carbone).

Purtroppo in Italia - che importa l’80% del suo approvvigionamento energetico totale - lo sviluppo delle rinnovabili è ancora troppo lento a causa della burocrazia.

Le fonti energetiche rinnovabili (FER), nel 2022 coprono il 31,1% del fabbisogno elettrico nazionale, e per la prima volta, la produzione fotovoltaica raggiunge quella idroelettrica, che si è considerevolmente ridimensionata a causa della grave siccità che ha colpito l’Italia.

Nel 2022 è stata installata in Italia una potenza da fonti rinnovabili pari a 3 GW, contro gli 11 della Germania e i 6 della Spagna, un dato lontano dal target di circa 8-9 GW all’anno da installare entro il 2030. L’eolico cresce poco e sull’off-shore siamo fermi all’unico impianto al largo di Taranto.

Tuttavia, secondo dati Terna, nei primi sette mesi 2023 la capacità solare in esercizio è cresciuta di ben 2,7 GW (+113% rispetto allo stesso periodo del 2022), trainata dalle installazioni di piccole dimensioni. Una spinta al fotovoltaico verrà dal completamento entro il prossimo anno del più grande impianto per la produzione di pannelli fotovoltaici d’Europa da parte di Enel Green Power a Catania, che avrà a regime una capacità produttiva di 3 GW l’anno.

Le imprese attive e potenzialmente attive nella filiera delle rinnovabili sono 21.378, caratterizzate da una dimensione media di 13,4 addetti. La distribuzione per grandi settori fa emergere le attività di: installazione e manutenzione (44,1%), commercio (14,1%), manifattura (11,2%), produzione e distribuzione di energia (7,2%) e consulenza, collaudo, monitoraggio (7,1%).

Recupero di materia

L’Italia è leader in Europa nell’economia circolare con un avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti - urbani e speciali - del 83,4% (2022).  Un tasso di riciclo superiore di oltre 30 punti alla media UE (52,6%) e ben superiore a Germania (70%), Francia (64,4%) e Spagna (59,8%).

Nel 2020 - 2021 si è inoltre verificato un consolidamento della capacità di riciclo industriale. Grazie al forte utilizzo di materie prime seconde, l’industria manifatturiera italiana nel 2021 ha conseguito un risparmio energetico equivalente all’11,8% del totale dell’energia disponibile lorda, e ha evitato emissioni climalteranti per 61,9 milioni di tonnellate di CO2eq, pari al 15,9% delle emissioni lorde italiane.

Il sistema produttivo italiano, a parità di valore prodotto, genera meno rifiuti, con 46,6 tonnellate di rifiuti per milione di euro prodotto nel 2020 (seconda solo alla Spagna con il 41,2) e un tasso d’uso di materia seconda pari al 18,4% (2020), molto vicino a quello della Francia (19,8%).

Nella produttività nell’uso di materie prime (PIL/Consumo domestico di materia) l’Italia raggiunge nel 2022 un punteggio di 269 (contro una media UE di 151) – e nella produttività per consumi energetici (PIL/ Consumo lordo energia) 160, seguita dalla Germania con 155.

Filiere virtuose

  • Cartario nel 2021 ha visto raggiungere il massimo storico nell’impiego di macero (62,9%)
  • Oli minerali usati, l’Italia si conferma nel 2022 eccellenza in Europa con il 98% del totale raccolto rigenerato in basi per lubrificanti, oli leggeri e altri prodotti petroliferi
  • Ecopneus grazie all’attività di recupero di pneumatici fuori uso ha permesso al Paese nel 2022 di risparmiare oltre 127 milioni di euro sulle importazioni di materie prime ed evitare emissioni in atmosfera per 368 mila tonnellate di CO2 equivalenti, evitare prelievi di materie prime per 336 mila tonnellate e consumi di acqua per 1,5 milioni di mc.
  • Nella produzione mondiale di biogas da frazione organica, fanghi di depurazione e settore agricolo, l’Italia è quarta dopo Germania, Cina e Stati Uniti.

Le imprese eco-investitrici sono più dinamiche sui mercati esteri rispetto a quelle che non investono (il 30% delle prime prevede un aumento nelle esportazioni nel 2023, contro il 20% di quelle che non hanno investito), prevedono in un numero maggiore un aumento del fatturato (47% contro 40%) e delle assunzioni (29% contro 19%). Hanno inoltre una maggiore capacità di creare associazioni e fare rete.

Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, ha commentato: “Accelerare gli investimenti nella transizione verde e nelle energie rinnovabili aumenta la stabilità finanziaria come dimostrano gli studi della BCE e della Banca D’Italia, dà forza al made in Italy, riduce i costi a medio termine per famiglie e imprese, rafforza la nostra indipendenza energetica. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro”.

Il quattordicesimo Rapporto GreenItaly è stato realizzato da:
Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Hanno collaborato: Conai, Novamont, Ecopneus, European Climate Foundation, molte organizzazioni e oltre 40 esperti.

Fonte: Fondazione Symbola (Rapporto GreenItaly 2023

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