19 ottobre 2018

SACE - Simest: Export italiano agosto 2018

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Nell'articolo dell'Ufficio Studi SACE- SIMEST i principali dati riguardanti l'andamento dell'export italiano aggiornati ad agosto 2018, con focus sui principali mercati di esportazione e sui settori che hanno trainato maggiormente le vendite.

SACE - Simest: Export italiano agosto 2018

Esportazioni italiane di beni nel mondo

Ad agosto l’export italiano di beni è cresciuto del 5,1% in termini tendenziali. Il risultato porta la media dei primi 8 mesi al +4,3%. Si tratta di un risultato non scontato alla luce di una serie di fattori: rallentamento dell’economia globale e del commercio internazionale (rispetto alle previsioni diffuse a inizio anno); spinte protezionistiche; squilibri in alcune economie emergenti; effetti statistici di base legati alla brillante performance registrata nel 2017.

 

Il quadro congiunturale

Nel trimestre giugno-agosto l’export Made in Italy è aumentato del 3% rispetto ai tre mesi precedenti. Ad agosto invece, l’incremento è stato pari al 2,9% nei confronti del mese di luglio.

Dentro e fuori l'UE

L’area Ue continua a trainare l’export italiano (+5,7%). Sono significativi gli incrementi delle vendite verso i due principali mercati di sbocco: Germania (+5,3%) e Francia (+5,9%). +0,7% invece nel Regno Unito.

 

 

L’area extra-Ue si porta al +2,6%. L’export verso India e Svizzera viaggia intorno al 15%. Buoni segnali
dall’Africa Subsahariana (+3,7%) e dai Paesi del Mercosur (+2,9%).

 

L’export verso gli Usa segna un +4,5% nonostante le tensioni protezionistiche (che pur avendo colpito soltanto marginalmente l’Ue hanno effetti negativi sulla fiducia degli operatori e, di conseguenza, sugli scambi) e il cambio euro - dollaro (la cui media nei primi 8 mesi del 2018 è stata pari a 1,20 vs 1,13 in media per l’intero 2017). In Russia, un mix di fattori (sanzioni, rallentamento degli investimenti e contenimento della spesa pubblica) continua a frenare il nostro export (-3,2%). +8,8% per le vendite in Polonia.

Sono ancora i beni intermedi, come atteso, a segnare la migliore performance nel 2018 (+5,5%), seguiti dai beni di consumo (+3,3%). Tra questi ultimi, i non durevoli sono quelli che mostrano la maggiore dinamicità (+3,8%), mentre l’incremento dei durevoli si è assestato all’1,3%. Ancora un passo in avanti per le vendite all’estero di beni strumentali: +3,1% (rispetto al +2,9% dei primi sette mesi).

L’export di alimentari e bevande è in crescita del 4,7% con ottimi risultati in Polonia e Romania; significativa la performance in Russia (+12,3%). L’elettronica (+6,9%) è uno dei migliori settori del 2018: bene sia nell’area Ue (Germania, Regno Unito e Rep. Ceca) sia nell’extra-Ue (incrementi di oltre il 20% in Russia e Cina).

Avanza la meccanica strumentale (+2,2%) grazie al traino di Germania, Spagna e Paesi dell’Est Europa; in Giappone e India aumenti del 15-20%. Da segnalare infine il forte incremento dell’export di raffinati
(16,3%), il cui valore ha giovato del consistente aumento del prezzo del petrolio.

A cura di Ufficio Studi

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