Il contesto economico, già indebolito dalla pandemia, è però divenuto molto complicato per effetto della guerra, dell’inflazione e dei crescenti costi energetici che stanno mettendo sotto pressione il sistema produttivo italiano.
Secondo i dati pubblicati il 5 settembre da Assoporti, i traffici commerciali a giugno hanno raggiunto 244 milioni di tonnellate (+2,7% rispetto al periodo pre pandemia). Soltanto le rinfuse non si sono riallineate sui valori ante-Covid.
I positivi risultati raggiunti rispetto ai primi sei mesi del 2021 indicano che l’attività dei porti italiani si sta mostrando resiliente rispetto alla guerra in atto e alle tensioni internazionali.
Tuttavia, se dal punto di vista delle merci i traffici sono ripresi in modo sostenuto, permangono le criticità legate al settore passeggeri, in particolar modo alle crociere. Nonostante le percentuali registrino uno scontato aumento rispetto ai primi 6 mesi del 2021, sia per i traghetti sia per il comparto crocieristico, i numeri restano ancora decisamente inferiori ai livelli pre-Covid. Rispetto al 2020 “crocieristi” 2.451.629 unità (+702,5%) e “totale passeggeri” 20.390.278 (+75,8%); ma rispetto al 2019 “passeggeri totali” 23.937.813 (-14,8%) e i “crocieristi” 4.520.647 (-45,8%). Considerata la decisa tendenza al rialzo anche per questo settore, Assoporti auspica che la piena ripresa possa tornare nel 2023.
Il Mediterraneo è tornato ad avere un ruolo centrale e strategico per i traffici mondiali, grazie a forti segnali di regionalizzazione della produzione. Ma per cogliere quest’opportunità è indispensabile mettere in atto al più presto le necessarie opere che consentiranno ai nostri porti di aumentare il livello di competitività, nonché ad essere in linea con le previsioni in materia ambientale.
I dati numerici non tengono conto della provenienza e della destinazione delle merci in questione. Date le limitazioni di scambio imposte, si può dedurre che quello che prima veniva commercializzato con la Russia e l’Ucraina, oggi viene commercializzato con altri Stati. Pertanto, il totale di import ed export risultanti non ha subito una flessione e sono tutto sommato in linea con gli andamenti dello scorso anno.
Fonte: Assoporti