16 novembre 2018

Belt and Road: quali impatti sul commercio internazionale e sugli IDE

di lettura

Era il 2013 quando il Presidente cinese Xi Jinping presentava al mondo la Belt and Road Initiative (BRI), il mega-progetto che intende rivitalizzare l’antica Via della Seta, che si snoda via terra e via mare dall’Asia all’Europa, coinvolgendo circa 65 Paesi con investimenti stimati per 350 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Diversi membri dell’Ue hanno già siglato documenti di cooperazione con il governo cinese e numerosi progetti infrastrutturali sono in corso, soprattutto nei Balcani e in Europa centrale. 

Belt and Road: quali impatti sul commercio internazionale e sugli IDE

Anche il nostro Paese, data l’importanza che Pechino ha attribuito alla BRI e l’ingente somma investita, sta esplorando se e come può prendervi parte. Benché, la natura esatta del coinvolgimento straniero nel progetto di Xi Jinping sia elusiva, esistono diverse modalità attraverso cui la nostra industria può trarne beneficio. Le aziende italiane, ad esempio, seppur a oggi non coinvolte direttamente nei progetti-chiave, hanno l’opportunità di operare come fornitori per i contractor cinesi, soprattutto in quei contesti che impongono standard ambientali elevati o tecnologie all’avanguardia e nei mercati più maturi (come Golfo e Sud-est asiatico) dove la Cina necessita di partner, fornitori e tecnologie stranieri per vincere i contratti . Ottimi segnali in questa direzione si sono già registrati nel 2017, quando l’export italiano di beni di investimento verso la Cina ha superato i 7,2 miliardi di euro, una crescita di oltre il 26% rispetto all’anno precedente, grazie al traino della meccanica strumentale, dei mezzi di trasporto e degli apparecchi elettrici (Fig. 1).

Lo stimolo del commercio internazionale è tra gli obiettivi dichiarati dell’Iniziativa di Xi Jinping. Il miglioramento delle infrastrutture e delle rotte – insieme alla maggiore efficienza dei sistemi normativi e dei processi doganali – ha, infatti, un impatto diretto sul costo degli scambi tra i Paesi, e quindi sulla quantità di merci esportate e importate. Secondo le stime di Banca Mondiale, l’implementazione di tutti i progetti infrastrutturali nel settore dei trasporti previsti dalla Belt and Road risulterebbe in una notevole diminuzione dei tempi di trasporto e dei costi degli scambi sia per i Paesi BRI (fino al 3,2% e al 2,8%, rispettivamente) che per il mondo nel complesso (fino al 2,5% e al 2,2%, rispettivamente) . 

Non solo. La riduzione dei costi di trasporto e il miglioramento delle infrastrutture stimolerebbero la capacità dei Paesi BRI di attrarre maggiori Investimenti Diretti Esteri (IDE). Banca Mondiale ha calcolato che la rete di trasporti lungo la Via della Seta, come a oggi proposta dal progetto cinese, potrebbe generare un aumento dei flussi di IDE complessivi (inclusi anche gli investimenti da Paesi non-BRI) verso i Paesi BRI pari al 5%, con benefici maggiori in Medio Oriente e Nord Africa (+11,4%) e Asia Orientale (+6,6%). L’aumento degli investimenti in entrata eserciterebbe a sua volta un effetto positivo sulla crescita del Pil e dell’occupazione, soprattutto nei Paesi a reddito più basso lungo i Corridoi dell’Africa Sub-Sahariana e dell’Asia Meridionale .

La BRI dunque, nella misura in cui riduce i costi degli scambi e stimola il commercio estero e i flussi di IDE, potrebbe essere una buona notizia per il Made in Italy. Semplificare il contesto operativo, soprattutto in quei Paesi in cui i nostri prodotti sono poco conosciuti e fanno fatica ad arrivare ai consumatori, ridurrebbe notevolmente i rischi per gli investitori e per gli esportatori italiani. Tra il 2014 e il 2017, sono aumentati gli stock di IDE in uscita dall’Italia verso i Paesi BRI: +6,5% in media all’anno rispetto al +2,5% degli IDE italiani totali verso il mondo. Si tratta, tuttavia, di livelli ancora molto bassi (circa il 18% degli IDE complessivi).

I Paesi BRI, infatti, sono mediamente più restrittivi sugli investimenti esteri rispetto ai Paesi ad alto reddito e impongono più limitazioni e vincoli per la costituzione di attività estere in loco, per l’accesso ai terreni industriali e per l’arbitrato delle dispute commerciali. D’altra parte, gli scambi tra l’Italia e i mercati della Belt and Road (esclusa la Cina) non sono cresciuti significativamente dal 2014, appena il 2,9% in media all’anno negli ultimi quattro anni (export +2,7% e import +3,0%). Una delle cause è da ricercare nella lunghezza dell’orizzonte temporale dei progetti infrastrutturali lungo la Via della Seta: ogni eventuale incremento dei flussi commerciali si manifesterà solo dopo anni dall’investimento iniziale.

Gabriella Baldassarre

Tag dell'informativa

Analisi di mercato
Where to Export Map 2024
15 marzo 2024 Where to Export Map 2024
SACE ha pubblicato un aggiornamento, dedicato alle imprese che guardano alle opportunità provenienti dai mercati esteri, che analizza come si sta muovendo la domanda mondiale.
Mercato globale dei beni di lusso 2024
14 marzo 2024 Mercato globale dei beni di lusso 2024
Secondo il report di RetailX “Global Luxury” nel 2023 il mercato mondiale dei beni di lusso ha raggiunto i 354,81 miliardi di dollari (erano 312,63 nel 2022).
Esportazioni delle regioni italiane 2023
12 marzo 2024 Esportazioni delle regioni italiane 2023
Nel 2023, rispetto all’anno precedente, l’export nazionale in valore risulta stazionario e riflette dinamiche territoriali molto differenziate.
Mercato unico europeo:  confronto con il mercato USA
11 marzo 2024 Mercato unico europeo: confronto con il mercato USA
A 30 anni dall’istituzione del mercato unico europeo, il Brief Cdp confronta l’integrazione economica e l’armonizzazione fiscale dell’Europa con quella realizzata negli Stati Uniti.
Il turismo internazionale tornerà ai livelli prepandemia nel 2024
5 marzo 2024 Il turismo internazionale tornerà ai livelli prepandemia nel 2024
L’ultimo Barometro mondiale del turismo dell’UNWTO fornisce una panoramica completa delle prestazioni del settore nel 2023.
Trend quote export di Italia, Germania, Francia e Spagna
27 febbraio 2024 Trend quote export di Italia, Germania, Francia e Spagna
Agenzia ICE ha pubblicato un documento che analizza l’evoluzione delle quote di mercato dell’Italia, rispetto ai principali competitor europei, dal 2010 al 2022.
Export italiano dicembre 2023
19 febbraio 2024 Export italiano dicembre 2023
Nel 2023 il valore dell’export italiano è rimasto stazionario rispetto all’anno precedente. L’aumento dei valori medi unitari (+5,3%) è stato pienamente compensato da una riduzione, superiore alle attese dei volumi (-5,1%).
Previsioni export italiano di servizi
19 febbraio 2024 Previsioni export italiano di servizi
Secondo il “Focus on” di SACE, nel 2023 l’export italiano di servizi è cresciuto dell’11,2% a € 135 miliardi; per il 2024 è atteso un incremento del 4,6%.
Turchıa: crescono Aerospazıo e Dıfesa
17 febbraio 2024 Turchıa: crescono Aerospazıo e Dıfesa
Negli ultimi dieci anni, l’industria turca dell’Aerospazio e della Difesa è passata dal semplice approvvigionamento alla progettazione e alla produzione.
Previsioni della Commissione europea inverno 2024
16 febbraio 2024 Previsioni della Commissione europea inverno 2024
Secondo la Commissione europea, l'attività economica è cresciuta solo dello 0,5% nel 2023, sia nell'UE che nella zona euro. Le prospettive per il 2024 sono riviste al ribasso allo 0,9% nell'UE e allo 0,8% nell'area dell'euro.